La primavera è arrivata e in questo articolo vogliamo parlare della rappresentazione di questa stagione nell’arte.
Spesso, parlando di arte, la primavera si affianca alla parola “capriccio”.
Perché?
Può sembrare strano ma è un genere pittorico vero e proprio che ha nascita a cavallo tra Cinquecento e Seicento, per svilupparsi in maniera più particolareggiata e definita nella Venezia Neoclassica e Rococò.
Il genere del Capriccio consiste nel recupero di paesaggi naturali, in cui vengono inserite architetture antiche, frutto della fantasia dell’artista o esistenti (spesso abbinandole tra loro), ma collocate in modo non prettamente attinente alla realtà.
Queste immagini sono poi generalmente popolate da figure umane, esprimendo un profondo senso di edonismo e pura bellezza compositiva.
“Il trionfo di Flora” è uno splendido esempio di Capriccio, opera di Giovan Battista Tiepolo.
L’ artista utilizza la scena mitologica come pretesto per dar vita ad un quadro voluttuoso, elegante, inebriante e gioioso.
In un ambiente dove la natura trionfa lussureggiante, questa stessa viene celebrata nella figura di Flora.
Tra il verde rivivono antiche e splendide sculture che adornano l’ambiente.
Al centro della scena, la protagonista, assisa su un carro dorato, si presenta al fruitore agghindata da ghirlande di fiori coloratissimi e circondata da alati e festanti puttini.
Ninfe danzano e suonano il tamburello.
Le tonalità della tavolozza qui usata dal Tiepolo risultano vivaci.
La sua pennellata è poi inconfondibile.
Luminosissima l’atmosfera che mostra un cielo terso, dove si incrociano voli di rondine, emblema della sopraggiunta primavera e in cui “vagano” soffici e gonfie nuvole dorate.
Notevole è anche l’aspetto francesizzante, conseguenza dell’influenza del veneziano Algarotti.
Trionfo Di Flora
Trionfo di Flora è un olio su tela realizzato da Giambattista Tiepolo (pittore veneziano, esponente del Settecento Rococò, Neoclassico, Barocco) nel 1743.
Fu commissionato da Francesco Algarotti (conte istruito a Parigi, poeta e filosofo) per farne dono al conte Heinrich Von Brühl (primo ministro dell’elettorato di Sassonia) insieme a un altro quadro di Tiepolo.
L’ anno successivo fu spedito a Dresda per essere acquistato da Augusto III di Polonia (elettore di Sassonia, re di Polonia e granduca di Lituania), ma oggi il dipinto è conservato nella pinacoteca del De Young Memorial Museum del Fine Arts Museum di San Francisco.
Il dipinto è un inno alla fioritura e alla rinascita: vi è raffigurata Flora, antica dea italica della fioritura e della gioventù, su un carro dorato.
Le vengono portate spighe di grano in fiore da angioletti e il carro viene spinto dai due bambini alati.
Sulla sinistra vediamo Narciso che le dona dei narcisi.
Capiamo che si tratta di Narciso per la sua bellezza e cura ma soprattutto per il fatto che tiene in mano fiori di narciso.
Aiace, che invece riconosciamo grazie all’armatura, le porge i fior che si trovano all’interno del suo scudo.